
Turchia
Essere in vacanza in Turchia è come sfogliare un libro di fiabe.
I colori, l’atmosfera e le suggestioni che questo Paese è in grado di regalare sembrano uscire dalla matita di un abile illustratore delle Mille e una notte. Macchina fotografica in spalla, cappellino in testa, scarpe da trekking e borraccia nello zaino, ci siamo spinti fino alla Cappadocia, l’area centrale della Turchia, nota per le sue sculture rupestri e i suoi pinnacoli di tufo. Splendide formazioni naturali che l’uomo ha modellato a suo piacimento nel corso dei secoli, rendendo questo luogo ancor più incredibile.
Istanbul, il cuore di un viaggio in Turchia
Un’immagine, un profumo, un sapore o il magico richiamo dei muezzin al tramonto?

Impossibile descrivere in una parola il fascino di Istanbul, tappa indimenticabile del mio viaggio in Turchia. Orientale e occidentale, romana, bizantina, ottomana e turca, è un tripudio di architetture, suoni, aromi e panorami diversi e intriganti. Istanbul non è solo cupole e sottili minareti, ma aria speziata, colori e melodie esotiche e intriganti. Dove trovare queste cose tutte insieme? Nella zona del Gran Bazar! Davanti al Ponte di Galata, è la parte più antica di una zona commerciale vastissima, dove non c’è marciapiede senza che qualcuno venda qualche cosa: dalle ciambelle di sesamo, alle spezie, ai vestiti, i venditori ambulanti ti fermano per contrattare, parlare, scherzare, annusare, toccare qualcosa che riusciranno comunque a venderti. Il Gran Bazar è il mercato coperto più grande del mondo ed originariamente era dedicato solo alla vendita delle spezie. Ora la gamma di prodotti è infinita, ma sono indimenticabili i banchi di zafferano giallo, curry dorato, paprika, peperoncino ed henné, addobbati con collane di fichi secchi e gocce ambra di uva sultanina. Ma si trovano anche funghi curativi, tantissimi gusti di tè deliziosi e dolci di ogni varietà e colore, da quello di gomma arabica a quelli soffici, ripieni di noci e miele, golosissimi all’aspetto. Sono uscita al mercato inebriata da profumi di rosa, zucchero e cannella, dai colori, dai suoni, dai sapori e dall’estrema gentilezza delle persone
I camini delle fate
Quella che un tempo era l’Anatolia, oggi è una zona costituita da vallate appartenenti a diverse province, geograficamente vicine ma senza confini politici. Un luogo antico e mitico, dove sono nate e si sono sviluppate civiltà che qui hanno lasciato le proprie impronte artistiche e culturali: dalla pittura rupestre ai tessuti e i profumi del periodo assiro, ai tesori del periodo ittita, persiano ed ellenistico, fino agli affreschi bizantini. Una leggenda vuole che le formazioni rupestri della Cappadocia, note come i camini delle fate, oggi patrimonio dell’Unesco, siano l’opera di creature del cielo. In realtà evidenze scientifiche rivelano che a causa delle eruzioni vulcaniche, il deposito di lava, cenere e fango che ha gradualmente ricoperto centinaia di km quadrati, indurendosi ha formato concrezioni di tufo. Queste, erose e modificate da vento e pioggia hanno acquistato forme bizzarre: enormi torrioni conici, cilindrici e piramidali, alti fino a 30 metri. In cima ai camini grosse lastre di basalto sembrano essere state appoggiate con delicatezza, sfidando le leggi della fisica.
Le città di roccia
A seconda delle ore del giorno in cui visiterete i camini delle fate, vi si rivelerà un universo di forme e colori in varie sfumature: dal verde al marrone, dal rosa all’arancio. La massiccia erosione del tufo, in superficie, ha originato un paesaggio quasi lunare, ma c’è una cosa che più di altre ci ha impressionato, e ha reso la nostra vacanza in Turchia indimenticabile. Ciò che l’uomo è riuscito a fare nel corso dei secoli, sfruttando le caratteristiche calcaree del tufo e la sua tenera consistenza. All’interno di un’area di circa 3500 km quadrati sorgono oltre 30 città interamente scavate nella roccia, sia in superficie che sottoterra. Un patrimonio storico e artistico che rende la Cappadocia un luogo unico al mondo. Derinkuyu, Zelve, Kaymakli e Ozkonak sono i nomi di alcune di queste città di roccia, che da oltre 3000 anni caratterizzano queste terre coinvolgendo i turisti, amanti del trekking e della fotografia, in un itinerario quasi surreale.
Derinkuyu e Goreme
Di mattina la sveglia suona presto: abbiamo poche ore per sfruttare i favori della temperatura e raggiungere Derinkuyu, la più grande delle città di roccia. Scopriamo che è composta da otto livelli scavati nel terreno fino a una profondità di 80 metri, e cominciamo la discesa dei primi tre attraversando un mondo sotterraneo. Piccole case di una o due stanze si alternano a stalle per gli animali, fienili, granai e luoghi di culto finemente affrescati. All’inizio la sensazione è strana, ma percorrendo gli stretti corridoi che si aprono improvvisamente in grandi spazi, possiamo osservare l’incredibile opera che l’uomo è stato in grado di realizzare per proteggersi dalle alte temperature di superficie e dalle invasioni di popoli ostili. Dopo Derinkuyu ci spostiamo verso il sito archeologico di Goreme, dove chiese e luoghi di culto bizantini conservano volte dipinte con meravigliosi affreschi policromi oltre ad altari, tavoli e panche scavati nella roccia. La più caratteristica è la Chiesa oscura, in cui la scarsa penetrazione della luce ha consentito agli affreschi di mantenersi praticamente intatti nei secoli. A Goreme ci sono anche diverse costruzioni rupestri tuttora abitate, altre ospitano locande e piccoli alberghi in cui assaggiare alcune delle specialità tipiche di una vacanza in Turchia, come il riso, condito con spezie e uvetta, e la carne di montone.
Urgup e i tappeti kilim
Quando il sole comincia a scendere verso l’orizzonte, e la luce del tramonto colora le rocce di rosso e arancio, ci dirigiamo verso la cittadina di Urgup. È l’occasione giusta per immergerci nella cultura locale, passeggiare tra i bazar, gustare un caffè turco, un te’ alla menta o il tradizionale raki: un liquore a base d’anice da sorseggiare lentamente. Ma sono soprattutto i laboratori all’aperto in cui si realizzano i tappeti kilim, a catturare la nostra attenzione. Grosse pentole piene di liquido colorato riposano su una lastra di marmo: è al loro interno che vengono immersi i fili di tessuto che andranno a comporre i motivi e le decorazioni dei tappeti. La particolarità è che i colori sono naturali e ricavati da estratti di piante, bacche e frutta pestata. Prima di lasciare Urgup scopriamo che da queste parti esiste un’attrazione turistica molto conosciuta, che permette di apprezzare la bellezza della Cappadocia da un inusuale punto di vista. Si tratta del volo in mongolfiera sopra le vallate, che è possibile prenotare solo nei giorni di piena visibilità e scarso vento. Il pensiero ci sfiora… in fondo sarebbe bello conservare il ricordo di questo luogo magico e della nostra vacanza in Turchia con la testa tra le nuvole!
Da Bodrum a Pammukkale viaggiando nella storia
Se esiste la vacanza perfetta, forse potrebbe essere un viaggio in Turchia, dove panorami naturali mozzafiato sono stati anche lo sfondo della storia più antica ed avvincente della cultura occidentale. Vecchi ricordi di scuola emergono quando sulla cartina studiamo le tappe del nostro viaggio in Turchia: presto andremo alla scoperta di Alicarnasso, Efeso e Hierapolis, immergendoci, fra un’escursione e l’altra, nelle acque turchesi del mar Egeo.
Arrivo a Bodrum, antica Alicarnasso
E iniziamo dal mare, uno dei più belli del Mediterraneo. Bodrum nasconde un cuore antichissimo: è la prestigiosa Alicarnasso, patria di Erodoto, nonché sede della tomba di re Mausolo, una delle mitiche sette meraviglie, di cui ora rimane solo qualche rovina. Ancora impressionante, invece, il castello medievale costruito dai Cavalieri di Rodi nel XV secolo che custodisce l’ingresso alla baia, che da qui appare di un azzurro abbagliante.